
Dalla città a forma di cuore la magia della Puglia e del Barocco Mesagnese
Pics by Antonio Stella ©
Chi mi conosce sa quanto sia infinita la mia passione per la Puglia. Una passione nata qualche anno fa e che deriva dalla molteplicità dei tanti e diversi territori di questa regione e dalla bellezza eterea dei suoi orizzonti, che insieme al radioso splendore della campagna e alla limpidezza dei suoi mari continua a conquistarmi. La sua storia culturale si unisce alle ataviche tradizioni e ogni volta mi regala la magia di luoghi di memorie e di antiche storie, sature di profumi e sapori appaganti. A questo si aggiunge la straordinaria ospitalità, diretta e sincera dei suoi abitanti, che accoglie chiunque sia alla ricerca di emozioni e conoscenza. Perché la Puglia è uno stato d’animo che non smette di sorprendere e di raccontare storie.
E’ una terra dagli aspetti costantemente mutevoli, un percorso capace di concedere emozioni e ricordi che non si possono dimenticare e che vanno ben oltre la bellezza dei suoi due mari. E’ infatti al suo interno che questa regione nasconde luoghi in grado di esprimere lo spirito vitale originario di quella che mi piace definire il Tacco 12 d’Italia.
Questo tour, in cui mi hanno accompagnato Angela, Loredana, Anna e Monica, 4 delle 14 splendide signore che hanno creato l’associazione culturale Spirito Salentino, è un viaggio attraverso il territorio per addentrarsi in un percorso umano che passa dalla civiltà Messapica dell’alto Salento al barocco di Mesagne, località decorata da ricami di stupore e costellata di colori generati dall’incanto della natura. Delicata e intensa, Mesagne e tutto il territorio circostante sanno coinvolgere e stregare, anche quando, finita l’estate, scoprirlo significa bellezza, stupore, entusiasmo e serenità.
Mesagne
Gli ulivi, che con i loro rami afferrano il cielo e affondano le loro radici nella terra rossa, costeggiano i 10 chilometri della strada che dall’aeroporto di Brindisi mi conduce a Mesagne, dove varcata la porta della città trovo ad accogliermi l’affascinante luce cangiante che illumina il bianco dell’intonaco a calce delle case. Il centro storico si sviluppa all’interno di un perimetro dalla curiosa forma di cuore e immediatamente capisco perché questa città entrerà per sempre nel mio.
La visita comincia dall’imponente Castello Normanno Svevo, costruito in pietra locale, che con il suo torrione a forma quadrangolare, dal 1062 occupa una parte del territorio cittadino. Ed è proprio guardando la torre che possiamo ammirare le prime espressioni barocche, grazie alle finestre aggiunte nel XVI secolo, quando il castello venne trasformato in residenza signorile fortificata.
Al suo interno trova spazio il bellissimo Museo Archeologico Ugo Granafei, dove rimango affascinata dai meravigliosi reperti e dove scopro l’esistenza – fino a ora a me sconosciuta – delle truzzelle, il tipico vaso potorio che i Messapi posizionavano nelle tombe femminili, che ha la particolarità di avere l’estremità delle due anse decorate con delle rotelle.
Il barocco Mesagnese
A testimonianza che il barocco non è ad appannaggio esclusivo di Lecce, basta passeggiare tra il vicoli e le piazze di questa città a forma di cuore per essere conquistati dalle facciate delle sue chiese, splendidi esempi di come il barocco di Mesagne non sia solo un’espressione artistica ma anche una realtà territoriale. La facciata della Chiesa Madre di Ognissanti, dedicata alla Madonna del Carmine e realizzata nel 1653, rappresenta il tipico esempio di barocco mesagnese che si differenzia da quello leccese grazie all’utilizzo della pietra locale, la calcarinite, molto più resistente rispetto a quella leccese. Le statue dei 12 apostoli presenti nelle nicchie sono realizzate con lo stesso materiale e all’interno, la ricchezza e l’eccessività del barocco non le troviamo nel decoro ma nel colonnato e nella forma ellittica della volta centrale.
Il cibo
Ma l’opulenza barocca la troviamo in tutta la città grazie alle decorazioni in ferro battuto e alla contaminazione tra cibo e arte: all’ombra della cattedrale infatti si possono degustare i deliziosi piatti della tradizione. Non abbiate fretta e mettetevi comodi in uno dei ristoranti presenti in città per vivere un’esperienza gastronomica indimenticabile che vi farà innamorare sei sapori di questa terra. Ho avuto il piacere di gustarli in 4 ristoranti che vi consiglio di provare. In ognuno ho scoperto lo spirito vitale della Puglia e ho assorbito le suggestioni che la cucina locale è in grado di offrire, oltre alla maestria degli chef che grazie al loro talento riescono a rendere i piatti della tradizione ancora più indimenticabili.
Osteria Del Leone

Osteria del Leone
Osteria Antico Forno

Osteria Antico Forno
Dadario

Ristorante Dadario
Core a Core

Ristorante Core a core
Il vino
E se il cibo ha rappresentato una parte imprescindibile di questo viaggio, non posso dimenticarmi di un’altra importantissima risorsa di questa regione: il vino. L’incanto degli ulivi e la magica suggestione dei vitigni circondati dai muretti a secco mi trasportano in una realtà che esprime i tradizionali rituali della primordiale e tramandata cultura contadina, maestra di saperi e di grande umanità.
La visita al Consorzio Produttori Vini di Manduria è una tappa che non potete perdervi. Fondato nel 1932, a oggi conta più di 400 soci e rappresenta il punto di riferimento per la promozione e la cultura del vino Primitivo. Tappa obbligatoria per l’incaming di well lovers enoturistici, il Consorzio ospita nelle cisterne ipogee un bellissimo ed emozionante museo in cui sono state ricreate ambientazioni tematiche a ricordo delle storie e della vita quotidiana legata alla produzione vinicola del passato.
Prima di andarvene godetevi il piacere di una degustazione dove potrete assaggiare il famoso Primitivo di Manduria e il meraviglioso Madrigale, che grazie ai suoi 15 gradi e un residuo zuccherino del 6 per cento, arriva a un totale di ben 21 gradi.
Le prossime tappe
Il tour prosegue e nel prossimo articolo vi porterò a fare un salto nel passato tra i parchi archeologici del Muro Tenente e delle Mura Messapiche, tra la piccola chiesa di San Pietro Mandurino e La Chiesa Gallana. Ma non solo: vi farò scoprire la bellezza del Museo Archeologico Francesco Ribezzo di Brindisi e il fascino del meraviglioso Castello Dentice di Frasso a San Vito Dei Normanni… dove vi farò conoscere un vero principe! Stay tuned, ladies and gentleman!
Pics by Antonio Stella ©
Flora tamagnini
1 Ottobre 2020 at 12:39
Bella descrizione semplice accattivante blog interessante
Franco Arpa
2 Ottobre 2020 at 7:14
Bella Mesagne, ma vi assicuro che la vicina Oria, anch’essa col perimetro del centro storico a forma di cuore, non è da meno. Mi meraviglia il fatto che non venga citato nell’articolo come prossima tappa, se si considera che viene citata la chiesa rupestre di Gallina in agro di Oria.