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Cultura in viaggio

L’emozione di vivere il passato nel presente

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Nell'entroterra dell'Alto Salento esistono luoghi di rara bellezza in cui storia, cultura, natura e tradizione si uniscono per offrire emozioni indimenticabili. Scopritele insieme a noi

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Photos by Antonio Stella ©

Le meraviglie della terra di Puglia sono innumerevoli e ogni volta è un’emozione scoprirne di nuove. Come vi ho raccontato qui, il mio tour è partito dalla scoperta del barocco di Mesagne per proseguire lungo la via Appia Antica, in quella parte del Salento settentrionale in cui si sviluppa la soglia Messapica nel territorio delle Murge. Qui, ho vissuto nella bellezza che offre questa terra, dove storia e tradizione si fondono tra la campagna, i borghi, i resti archeologici e l’architettura sacra e profana, espressione del passato e del presente descrittivo e contemplativo, che racchiude la storia e la conserva. Il cammino lungo la terra dei Messapi, dove il calore del sole scalda il corpo e il cuore anche quando l’estate è finita, sancisce il tempo della cultura di un passato che rivela le origini di un popolo al quale si deve l’espansione di un territorio che affascina e conquista. Già, perché la Puglia e il Salento non sono “solo” quel mare dai 7 colori che ogni volta mi fa credere che il paradiso in terra esista davvero. Sono anche un perfetto e unicum mix di storia, cultura, natura e tradizione, nascosto nell’affascinante entroterra, proprio a pochi chilometri dal mare. Ed è lì che si apre un mondo che mi piace raccontarvi e farvi scoprire.

Un salto nel passato

La particolare conformazione geografica del Tacco 12 d’Italia, costeggiato da entrambi i lati dal mare, ha fatto sì che la Puglia fosse l’ideale terra d’approdo per tutte le popolazioni che dall’Oriente navigavano attraverso il Mediterraneo. Se ne accorsero anche i Messapi, che durante l’età del Bronzo individuarono il territorio salentino come luogo ideale per insediarsi, creando quella terra di mezzo chiamata Messapia, il cui significato è per l’appunto “Terra tra i due mari”.

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E’ una grande emozione poter visitare due dei più grandi insediamenti messapici dove sono stati rinvenuti cospicui ritrovamenti archeologici e dove sono ancora ben visibili le necropoli e i resti di questo importante patrimonio culturale.

Parco Archeologico di Muro Tenente

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Posto al confine fra i territori comunali di Mesagne e di Latiano, il Parco Archeologico di Muro Tenente è cinto da mura monumentali che si estendono per oltre due chilometri e mezzo e che racchiudono un ampio insediamento messapico di circa 50 ettari.

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Il parco è visitabile in maniera autonoma e gratuito, ma vi consiglio la visita guidata che vi permetterà di scoprire tutta la bellezza e la storia di questo luogo in cui sono ben visibili la necropoli, parti del muto tenente e anche una fedele ricostruzione a grandezza naturale della tipica abitazione messapica.

Parco Archeologico delle Mura Messapiche

A Manduria, non potete assolutamente perdervi la visita a questo straordinario parco archeologico le cui possenti mura megalitiche sono databili tra il V e il III secolo A.C. Gli spettacolari resti, articolati in una triplice cerchia muraria, sono ancora visibili insieme a quelli di una vasta necropoli composta da grandi tombe a fossa.

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Ma non è tutto. Appena superato l’ingresso, si viene accolti da un grande pozzo in pietra, all’interno del quale dimora un albero di mandorlo che rappresenta il simbolo della città di Manduria. La leggenda narra che nell’antichità da quell’albero nascessero delle mandorle d’oro. Benchè l’aspetto mistico e magico sia indubbiamente affascinante, pare che invece la versione razionale di questo fenomeno sia dovuta al fatto che le signore manduriane solevano appendere i propri monili al mandorlo cittadino e che con la luce del sole questi brillassero, dando così l’impressione di essere dei frutti d’oro. Questo aspetto esprime anche un’importante testimonianza di quanto questa civiltà del passato disponesse di notevoli ricchezze.

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Ma le sorprese non finiscono qui: in corrispondenza del pozzo in superficie, nella parte sottostante troviamo il Fonte Pliniano, anch’esso simbolo della città. La sorgente d’acqua è nascosta all’interno di una grotta larga circa 18 m. di diametro a cui si accede tramite una scalinata. Lo spettacolo che mi si presenta davanti agli occhi è davvero di una bellezza straordinaria. Improvvisamente mi sento proiettata in un lontano passato, ricco di magia.

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Si narra infatti che le donne messapiche, protagoniste di una società matriarcale e che come tale necessitava la loro esaltazione, bevendo l’acqua di questa fonte, diventassero così forti da riuscire a spostare i pesanti massi che compongono il Fonte Pliniano.

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A rendere il luogo ancora più incantevole contribuisce il grande lucernario che si apre sulla sommità della volta, in corrispondenza del quale è collocato il pozzo con l’albero di mandorlo.

Chiesa di San Pietro Mandurino

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A soli 300 metri dal parco delle Mura Messapiche, mi attende un’altra meravigliosa sorpresa. Si tratta della piccola chiesa a doppia campata di San Pietro Mandurino, un vero gioiello di epoca bizantina. Composta da un vano superiore presumibilmente databile al XIII sec e da una cripta ipogea del VIII sec, a cui si accede da una scalinata interna, questa chiesetta è davvero di una bellezza straordinaria.

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La cappella sotterranea sembra riutilizzare una preesistente tomba a camera di epoca ellenistico-romana ed è decorata con splendidi affreschi, ancora perfettamente conservati.

Chiesa di Santa Maria di Gallana

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Un altro mirabile esempio dell’architettura sacra bizantina è rappresentato dalla splendida chiesa di Santa Maria di Gallana. Situata nel comune di Oria, sulla strada che porta a Latiano e che corrisponde al tracciato dell’antica via Appia, pare sia stata costruita sull’antico sito di una villa etrusca dell’età imperiale del primo secolo AC.

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Questa bellissima chiesa è databile intorno al decimo secolo e si caratterizza per la copertura della navata con 2 cupole in asse a tholos (ovvero a forma di trullo) che in origine pare fossero addirittura 3, mentre all’interno lo spazio è scandito da un’unica navata, preceduta da un vestibolo sopraelevato.

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Completa la struttura esterna il campanile a vela e un edificio circolare completamente intonacato, che si presume fosse il battistero, ben visibile sulla parte laterale dell’edificio. Fate però attenzione, perché è inglobato all’interno di quella che è una proprietà privata adiacente la facciata della chiesa. Chiedete il permesso alle signore che la abitano e se sono di buon umore ve la faranno visitare!

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Brindisi e il Museo archeologico provinciale Francesco Ribezzo

Il mio viaggio prosegue alla volta di Brindisi per visitare il meraviglioso Museo Archeologico Provinciale Francesco Ribezzo. Passeggiando lungo la strada che costeggia il mare capitanato dal Monumento del marinaio, costruito negli anni 30 e simbolo della città, percorro la bellissima Scalinata Virgiliana, così chiamata perché da qui Virgilio partiva per i suoi viaggi verso l’Oriente.

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Alla sommità della scalinata trova posto l’imponente colonna romana che delimita la fine della via Appia e che si integra perfettamente nello straordinario paesaggio Brindisino.

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Nella poco lontana Piazza, accanto al Duomo, costruito nel 1750 e decorato con fregi barocchi presenti nei finti capitelli corinzi della facciata, si trova il Museo Archeologico Provinciale Francesco Ribezzo, che prende il nome dall’omonimo archeologo, grande studioso della civiltà Messapica.

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La visita di questo incredibile Museo rimarrà scolpita nella mia memoria per sempre e non solo per le straordinarie statue dei Bronzi di Punta del Serrone (che personalmente trovo ancora più belli di quelli di Riace) ma anche per gli straordinari reperti contenuti in esso.

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Dalla preistoria ai Messapi, passando all’epoca Romana per arrivare fino alla sala dedicata all’archeologia subacquea del territorio, qui tutto crea emozione. Sono davvero tantissimi gli oggetti presenti nelle sale: ceramiche, bronzetti, terrecotte votive, antefisse, lucerne, vetri, monete, vasi attici, apuli, di Ignazia e notevoli esempi di truzzelle, i tipici vasi messapici di cui vi ho già parlato qui.

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Il Museo archeologico Francesco Ribezzo è un museo inclusivo, aperto a tutti, che non accoglie solo i visitatori ma che sviluppa dei progetti culturali rivolti ai disabili e agli immigrati, così da poter consentire loro un percorso di avvicinamento storico/culturale.

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La visita di questo Museo è un vero e proprio viaggio dentro la bellezza e vi consiglio di non privarvi di questo piacere.

Il Castello Dentice di Frasso

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Se pensiate che i castelli abitati da veri principi esistano solo nelle fiabe vi sbagliate. In questa meravigliosa dimora medioevale infatti, vive il Principe Giuliano Dentice di Frasso insieme alla sua gentil consorte, la Principessa Fabrizia, e ai loro due figli gemelli. Il castello, che vide nascere le sue fondamenta nel XII secolo con la costruzione dell’imponente torre, appartiene alla sua famiglia da generazioni ed è situato a situato a soli 20 Km da Brindisi, al centro del borgo di San Vito dei Normanni.

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L’affasciante storia e la bellezza di questo castello (visitabile su prenotazione) meritano un maggiore approfondimento che vi racconterò in un prossimo articolo. Stay tuned ladies!

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